Ricordando Socrate, De Montaigne e Diderot

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di Guido Di Stefano

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Diceva Socrate: “Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza”.

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È opportuno chiarire che per Socrate (e i filosofi e i grandi uomini …) la conoscenza porta alla verità con annessi e connessi, quali giustizia, libertà, fratellanza ecc.

Ed è un male di infinita estensione, tanto che Michel De Montaigne pensò bene di definirne due livelli: “c’è una ignoranza da analfabeti e una ignoranza da dottori”.

Quale è più pericolosa? Forse la risposta è garbatamente (e velatamente) espressa da Denis Diderot quando dice che “l’ignoranza è più vicina alla verità del pregiudizio”.

Chissà, forse Diderot vedeva come impregnata di spontaneità l’ignoranza “da analfabeti”  e viziata  di pregiudizio quella “da dottori”. Il pregiudizio di Diderot è lontano dalla verità, magari tanto lontano da confondersi con la menzogna.

Rivisitando il pensiero dei filosofi e di altri non ci sentiamo eretici per avere ripetutamente sostenuto che “la peggiore forma di ignoranza è quella travestita da scienza”, perché questa scienza settoriale (o specialistica) si arrocca nelle impenetrabili fortezze del potere, cantate come supremi scrigni del sapere universale e come tali fonti di ogni bene, strenuamente difese da potenti, governanti  cortigiani e utenti che (usi come sono ad ammirare la durezza e freddezza delle rocce degli scranni) si professano favorevoli per l’eliminazione mondiale di tutti i granelli di sabbia, degli insetti, delle erbe, delle singole gocce d’acqua ecc., insomma di ogni piccola o grande cosa che generi in essi contrarietà e fastidio.

Credete che stiamo esagerando?

Passatevi il tempo a leggere gli anatemi, demonizzazioni, minacce, offese, derisioni e menzogne seminate da troppi “vistosi” esponenti dell’occidente contro chi osa anche solo balbettare una obiezione che scalfisca minimamente la loro sacra e scientifica ignoranza. Di tutto, di più e di peggio di quanto abbiamo scritto hanno con vigore scagliato contro tutti, anche contro i nemici immaginari.  Cosa hanno venduto alle forze del male in cambio dell’effimero potere e della mediocre visibilità avuti? Abbiamo motivi per dubitare sul “quantum”, dovendo lo stesso essere comparabile nel dare e nell’avere.

Senza perderci in ricerche lontane vogliamo stigmatizzare la figura “barbina” dei “potenti” e loquaci occidentali  pronti a demonizzare mister Trump vincitore di una democratica competizione elettorale in barba a tutti i mainstream di regime occidentali e ai codazzi di privilegiati e fortunati occidentali astri (tali grazie a una democrazia che nell’intimo non accettano per gli altri).

Avessero studiato un poco di geografia, un poco di storia, un poco di cultura dei popoli occidentali e orientali e in particolare dei popoli del bacino del Mediterraneo!

Non dovremmo per ognuno di loro ripetere con il Giuseppe Giusti (in “Sant’Ambrogio”) : … ah intendo, il suo cervel Dio lo riposi , in tutt’altre faccende affaccendato a questa roba è morto e sotterrato …”.

E non dovremmo neppure condividere le parole di Recep Tayyip Erdogan che in un incontro dell’Organizzazione per la cooperazione islamica  ha ripetutamente difeso Donald Trump (anche dai nostri dipinto in nero dittatoriale) e ha diplomaticamente “riso” della nostra strana “idea”  (doppi pesi e doppie misure) diventata l’applicazione costante delle corti  “liberal-chic” : democratico è il loro tornaconto, non democratico (populista, tirannico, razzista, tuttofobo) ogni stormir di vento contrario.

Ci sembra di sentire le risate di tutti i “levantini” e gli orientali  che  constatano il dilagare a occidente tutte le tendenze retrò scaturenti dalla “dottorale ignoranza”, onnipotente – onnisciente intrisa di dogmatismo che ha fatto esplodere dittature guerre persecuzioni razziali, persecuzioni religiose e più nel male che nel bene devastazioni e genocidi imperiali

Stralciamo da “Il fatto quotidiano” alcuni passi che elevano il leader turco al rango di grande statista, e lo è rispetto a tanti altri rumorosi (per sé e per conto terzi) e visibili e/o invisibili occidentali.  Così parlò il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan:a essere considerati come despoti sono in realtà i leader mondiali che non servono gli interessi dell’Occidente. Inoltre ha dichiarato  “Se l’Occidente chiama qualcuno dittatore, per me è una brava persona”.   E ha brillato nelle arti diplomatiche e oratorie  quando  è tornato a  parlare del presidente (neo)eletto Usa, Donald Trump, ricordando a chi in America e in Europa  “ha iniziato a chiamarlo dittatore” :  “Questo è il risultato che è venuto fuori dalle schede elettorali. Trump ha vinto. Abbiatene rispetto” e ancora “Non siete forse democratici?  La democrazia non è una questione di elezioni? Non si deve rispettare il risultato? Perché non rispettate il risultato del voto?”

Sembra proprio che in questo terzo millennio l’Occidente ubbidendo a (non proprio occulti) poteri plutotecnocratici abbia abbandonato l’ardua  e ascendente via della CONOSCENZA per imboccare, a testa bassa, la scivolosa china dell’IGNORANZA, condendola con aromi e sali di ARROGANZA, IPOCRISIA, VIOLENZA.

Ecco qual è il diuturno messaggio veicolato da trombe e tromboni occidentali: “dagli all’untore” !

E, immancabilmente, l’untore è ogni essere umano, ogni istituzione  che non si piega ai voleri di tenebrosi pastori, pronti a distruggere e sterminare pur di “imperare”  anche sul “nulla” o su un mondo ridotto a un  immenso cimitero nel deserto.

Questo è il  nostro più grande rammarico: noi Siciliani siamo obbligati “con la forza” a seguire le greggi occidentali nella  loro inarrestabile (forse) corsa verso il “comune macello”.

 

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